domenica 23 dicembre 2007

Come un gatto che si morde la coda

Quando Cloe è arrivata a casa, non sapevamo bene come comportarci con lei: tutto era una scoperta e, qualsiasi cosa facesse, a noi sembrava degno di meraviglia. Per ogni questione o interrogativo, ci rivolgevamo al mio caro amico e a sua sorella veterinaria, che sono proprietari di sette gatti (credo, ormai ho perso il conto) in casa, più ulteriori in campagna, e che sull'argomento sono piuttosto informati. Al telefono raccontavo tutti i giochi, i versi, le modalità con cui Cloe ci comunicava le sue esigenze, pensando che fosse un gatto di intelligenza superiore; e, tristemente, scoprivo che gran parte dei suoi comportamenti erano tipicamente felini e che la piccola gattina sembrava non si distinguersi affatto dagli altri suoi simili. Quello che mi ha veramente scosso, però, è stato scoprire che il mio gattino non faceva un gioco che tutti i cuccioli sembra che amino fare sin dalla più tenera età: tentare di acchiapparsi la coda. Naturalmente non potevo pensare che il mio gatto fosse più indietro di altri e che non avesse ancora raggiunto lo stadio preoperatorio della teoria piagetiana (ero drogata di nozioni estremamente parziali di psicologia per via degli esami che dovevo sostenere), se altri gatti alla sua età l'avevano già raggiunto. Inoltre, era evidente dagli altri giochi che facevamo insieme che era in grado di capire il gioco simbolico! E allora, perché non tentava di acchiapparsi la coda? Forse, ho pensato, non aveva mai avuto stimoli in tale senso; ho cominciato, quindi, a prenderle la coda e a muovergliela come fosse una piccola preda....NIENTE.
Non potevano esserci altre spiegazioni oltre al fatto che era troppo intelligente per un gioco così stupido! Del resto, perché una gatta dovrebbe giocare con la sua stessa coda?! Vi sembra logico?
E invece, qualche mese dopo...
ma con che classe: in equilibrio sul davanzale!

2 commenti:

Dippi ha detto...

Leggendo mi è venuto un dubbio tremendo: come reagisce Cloe davanti allo specchio? E in generale come reagiscono i gatti davanti allo specchio? Capiscono? Hanno quella mi pare venga chiamata col nomme di autocoscienza? Io da piccolo davanti allo specchio ridevo come un matto e salutavo il "bambino" di fronte a me, almeno così mi dicono.... Assolutamente il prossimo video dev'essere Cloe davanti allo specchio!

cloe ha detto...

L'orario non aiuta la scrittura, ma se mi concentro, forse...
dunque, quando era cucciola Cloe faceva scene esilaranti davanti allo specchio.
si guardava attentamente e poi cercava di toccare con le zampine l'immagine che aveva di fronte, rimanendo delusa perché non trovava un gatto. Con aria interrogativa, percorreva poi l'intero specchio della sala cercando un'apertura per raggiungere il gatto e, arrivata al bordo dello specchio, tentava di guardare dietro, per capire dove fosse finito il gattino che aveva visto.
Con il tempo si è rassegnata. Non saprei dire se ha capito di essere lei o se semplicemente si è abituata come ha fatto con le immagini del televisore (altre scene pazzesche) o del computer,
sta di fatto che non impazzisce più davanti alla sua immagine riflessa.
Ci sono ancora, però, delle occasioni in cui la sua immagine riflessa la incuriosisce ancora. Generalmente avviene durante i nostri giochi: mentre sta rincorrendo una caramella, si ferma improvvisamente per qualche minuto e rimane lì, ferma, ad osservare.
Noi diciamo che è una gran vanesia e che morirebbe di fame senza i suoi croccantini, visto che preferisce guardarsi allo specchio piuttosto che tenere stretta la sua preda! Ma come darle torto: anch'io non posso fare a meno di stare ore a guardarla...