giovedì 29 novembre 2007

Cloe e il computer


Carissimi tutti coloro che mi hanno preso in giro quando ho deciso di esprimere l'affetto che provo per il mio gatto in un blog,

so di esservi sembrata malata, pazza, psicopatica, ma ho un'informazione importante da dirvi: se la mia è una malattia, temo che sia contagiosa, perché proprio recentemente ho scoperto un nuovissimo blog che parla di un altro gatto!

In realtà è un po' diverso dal mio, perché qui sono io a scrivere, mentre lì a scrivere è il gatto...

Beninteso, Cloe è informata e consenziente, ma il tipo di formazione che le abbiamo dato non le permette ancora di scrivere sul blog! Forse perché era una gattina femmina, forse perché ognuno insegna quello che sa, ma Cloe ha sentito in casa lezioni di latino, greco, italiano, storia da me; mia madre la fa applicare nelle attività manuali e nei lavori di casa; mia sorella cura la sua formazione cinematografica. Nessuno di noi ha mai pensato di insegnarle ad usare il computer. C'è da dire che lei è molto affascinata da questo strano oggetto luminoso e spesso sale sul portatile per contribuire alla stesura delle mie relazioni o alla preparazione dei compiti in classe dei miei studenti, ma con pessimi risultati...

Con il pc si relaziona meglio, invece: gira attorno allo schermo, evita la tastiera; la cosa che più l'affascina però è LA STAMPANTE. Il mistero dei fogli che escono lentamente da quella specie di scatola la incuriosisce moltissimo e, appena sente il rumore di una stampa lascia qualsiasi attività e corre ad arrampicarsi sulla mensola. Con le zampine cerca di aiutare il foglio ad uscire e, quando la stampa è finita, rimane lì a guardare e a scrutare per capire se uscirà qualcosa di nuovo. E' davvero una scena comica!

Purtroppo, però, ancora il mondo della tecnologia informatica non le appartiene del tutto e, così, a volte corre verso la stampante anche se il rumore che sente è quello del computer che si sta connettendo ad internet, ovviamente ci rimane male...

Insomma, per ora le cose vanno così, sarò io a scrivere questo blog, anche perché un mese fa, se vi ricordate bene, non sapevo nemmeno di che cosa si trattasse... forse le cose cambieranno quando Cloe scoprirà che si tratta di un gatto maschio del segno del leone, segno zodiacale che, come ben sapete, con l'ariete ha un ottimo feeling...

Dimenticavo: qualcuno si aspettava, per caso, che sul desktop di entrambi i computer ci fosse la foto della piccola Cloe e che lo screensaver fosse un album di sue foto? anche sul telefono di casa c'è la sua foto...

adesso che ci penso, forse è davvero una malattia la nostra...

venerdì 23 novembre 2007

fughe di Cloe


Da settembre, mia madre è andata in pensione. Inizialmente le sue vacanze erano lunghe e molto ravvicinate tra loro, ma ultimamente, purtroppo, è stata spesso a casa. Dice che quando viaggia le manca il gatto mentre qui può goderselo quanto vuole.

Chissà perché, da allora, siamo tutti più restii a stare in casa. Sarà che è un po' polemica, sarà che il lunedì sera guarda "Chi l'ha visto", sarà che c'è sempre qualcosa che non va in quello che indossi, che dici, che pensi...

eppure sappiamo tutti che è una gran cara persona!

Continuo a ripeterlo anche al gatto, quando va a disturbarlo e ad urlargli nelle orecchie esclamazioni come "sei la mia gioia", "cochina" (che tra l'altro non si capisce bene nemmeno cosa significhi...), " come faremmo senza di te". Non che la piccola Cloe non sia abituata a ricevere complimenti, ma non apprezza molto sentirseli urlare mentre sta dormendo!

Insomma, fino a quando mia madre non si è trovata mille nuove attività da fare, Cloe se la trovava in casa tutti i giorni!

Credo che inizialmente le facesse piacere, aveva una compagnia, qualcuno che lavava il pavimento in modo da poter fare le scivolate, tanta carta del decoupage con cui giocare; ma dopo un po' non ha più retto e ha capito la nostra tattica: la fuga!

Per alcuni giorni, infatti, ha tentato irrimediabilmente di uscire di casa ogni volta in cui si apriva la porta. Si appostava dietro e, appena aprivi uno spiraglio, lei dietro si infilava tra le gambe e scappava su per le scale del palazzo e poi si buttava giù in cerca di nuove vie di fuga.

che dire, povera gattina, chi non comprenderebbe la sua pena!

Per fortuna, ormai, il problema si è risolto: mia madre sta tutto il giorno a fare corsi di attività manuali, e, quando sta a casa, si esercita facendo lavoretti con ferri, calze, carte e fili. Gran festa, quindi, per Cloe, che trascorre le serate osservandola dal tavolo (ma la regola non era che non poteva salire?), l'aiuta a scegliere i colori, controlla le combinazioni e gioca con tutti gli oggetti a disposizione.




lunedì 12 novembre 2007

Quando Cloe non si sente compresa


Vorrei raccontarvi una scena avvenuta domenica mattina scorsa.

E' venuta una studentessa per la sua prima lezione di latino.

Appena abbiamo iniziato a tradurre, Cloe, che era sul balcone, ha cominciato a miagolare per entrare in casa. E' venuta in cucina, ha miagolato un po', ha salutato la nuova ospite, poi l'ha accolta con affetto: è entrata nella sabbietta e ci ha deliziato dei profumi del suo intestino. Piuttosto imbarazzata, ho chiesto scusa alla povera ragazza, che per fortuna ha un gatto a casa e capisce, e ho portato via la sabbietta. non contenta Cloe ha cominciato a lamentarsi, a miagolare. E' salita sul tavolo, poi sulla sedia, sul lavandino, sulla cucina, e, benché io la sgridassi, si ostinava a disobbedire, continuando a salire sui mobili. Due ore di continui miagolii, grattate sulla porta e ostinata disobbedienza alle regole di casa. Mi sono davvero vergognata... eppure di solito è vagamente più educata -almeno quando ci sono gli studenti...
Dopo queste difficilissime due ore, la ragazza se n'è andata e Cloe si è messa a dormire sul divano; che disgraziata - ho pensato - non poteva smettere prima?
Ma mentre raccontavo il fatto a mia madre, mi cade l'occhio sulla scodella della gatta: VUOTA.
La mia povera topina a forma di gatta stava tentando in tutti i modi di farmi capire che aveva fame e io, la sua zia preferita, invece di capirla, l'ho sgridata!
Naturalmente è finito tutto con un abbondante pasto e tante coccole.

domenica 4 novembre 2007

il difficile percorso verso il successo



Cercherò di spiegarvi in che modo una piccola gattina di campagna, che rischiava di finire in un orfanotrofio per gatti (incredibile, ma esistono!) o sotto le grinfie del cane dei vicini, si è trasformata nella principessa di casa nostra.
Correva l'anno 2006 quando Anna Lisa, pur avendo acquistato un appartamento vicino a casa nostra, continuava a stare da noi, impedendomi di avere una stanza tutta per me. Il mio desiderio di avere uno spazio totalmente mio era ormai tale, che ho architettato un metodo infallibile per mandarla definitivamente a vivere nella sua meravigliosa casa nuova.
Dovete sapere, infatti, che a casa mia era RIGOROSAMENTE vietato portare animali. Il paterfamilias, mettendo in atto il suo potere di patria potestà sui componenti della familia, ci aveva a più riprese -e in modo piuttosto convincente- minacciato di fare uscire noi di casa se avessimo voluto far entrare un eventuale animale. Non aveva accettato nemmeno il piccolo topino ballerino che le mie compagne di classe mi avevano regalato al liceo. E siccome piazzare un topino non è facile, mi è pure toccato regalarlo ad un'amica che aveva un gatto... non sto a spiegarvi come è andata a finire...
Insomma, dicevo, in questa casa era vietato avere animali e quindi, se avessi regalato un micino ad Anna, non avrebbe certo più potuto vivere con noi, e, soprattutto, dormire nella mia stanza....
L'idea era perfetta: ho avvisato la zia di Novara, che poteva offrirmi uno dei cuccioli della gattina di facili costumi che vive nel giardino di sua madre.
Avvenuto il concepimento, ho annunciato la buona novella che è caduta perfettamente nel periodo del compleanno di mia sorella (il destino ha le sue regole, del resto). Poi abbiamo scelto il colore del gatto, il sesso, il nome, e, nel giro di pochi giorni, Anna Lisa si è trasferita nella nuova casa, pronta ad accogliere il cucciolo in arrivo. (EVVIVA!)
Ma pochi giorni prima dello svezzamento, è giunta a casa una notizia:chiedevano la casa di Anna in affitto per tre mesi: proprio l'occasione ideale per guadagnare i soldi per comperare il divano....
Il problema era evidente: non acquistare il divano per portare a casa la gattina oppure dare in affitto la casa per tre mesi durante i quali il gatto s a r e b b e d o v u t o r i m a n e r e i n c a s a n o s t r a ! ! !
Si trattava di chiedere al paterfamilias con mater compresa!
Incredibilemnte, coloro che avevano permesso ad un piccolo innocente topino ballerino di finire sotto le grinfie di un gatto non se la sono sentita di impedire l'acquisto del divano; così cuore di mamma, e pure di papà, hanno accolto il cucciolo in casa.
Un po' preoccupate per la reazione, abbiamo deciso di andare insieme ai nostri genitori a prendere il cucciolo.
La mamma ancora non lo aveva visto e già aveva preparato i giochi per viziarlo ( e una è andata); papà taceva...
finché il piccolo micino non è entrato a casa e con il suo dolce sguardo e i suoi mille giochi e le mille scoperte ha conquistato il cuore di tutti.
Nel giro di poche ore mio padre e mia madre erano diventati dei nonni amorevoli, io la zia, tutti i cugini/e e i conoscenti più stretti gli zii acquisiti. Cloe ha addirittura tre madrine!!
Superata la prima settimana, in cui abbiamo cercato di stabilire delle regole, ci siamo arresi, perché è così bella che nessuno ha il coraggio di sgridarla. Così, quando combina qualcosa, ma naturalmente è troppo brava per farlo, le diamo un bel bacio e finisce tutto lì.
Naturalmente, alla fine dei tre mesi di affitto, Anna è tornata a casa sua...
ma il clima in casa era cambiato in modo tale che abbiamo mosso i più famosi avvocati divorzisti per ottenere l'affidamento congiunto! Quindi, ora, Cloe sta a casa nostra di giorno, e a casa di Anna Lisa di notte.
E CHE NESSUNO SI STUPISCA SE SCRIVO UN BLOG SUL MIO GATTO!